Fukushima peggio di Cernobyl. Nube e radiazioni super, evacuazioni di massa




17/3/2011
ROMA - Radiazioni elevate a Fukushima, si teme nube tossica in Giappone. Esercito tenta di raffreddare reattori. Aumentano le evacuazioni. In Italia riflessione sul nucleare.
17/3/2011 Radiazioni letali a Fukushima. In Giappone catastrofe peggiore di Cernobyl ROMA - Agenzia Usa: da centrale nucleare di Fukushima escono radiazioni di potenza letale. Aiea: la situazione è molto grave. Si rischia la catastrofe in tutta l'area. Scenario peggiore di Cernobyl (notizia esperti Francia). La società di gestione delle centrali è stata reticente. Per terremoto e tsunami oltre 15mila morti.
16/3/2011 - Fukushima, incendi al reattore 4 e 3. Elicottero rinuncia spegnimento
ROMA - Incendi al reattore 4 di Fukushima, danni al numero 3. Raffreddamento, l'elicottero rinuncia. Situazioni centrali giapponesi sempre più drammatica dopo il grave terremoto che ha colpito i nipponici. 15/3/2011 Apocalisse nucleare, parole che arrivano dal Giappone. Tokyo città fantasma ROMA - Apocalisse: questa parola comincia a essere pronunciata anche da alcuni esponenti del Governo giapponese, ed esperti, dopo il disastro delle proprie centrali nucleari. Ora i reattori da controllare sono almeno 6. Tokyo è una città spenta, silenziosa. Città fantasma. Le Ambasciate straniere in terra nipponica richiamano i loro rappresentanti e chiedono ai cittadini di lasciare il Giappone, almeno allontanarsi dalle aree a rischio. Il livello delle radiazioni è 20 volte superiore alla norma.
15/3/2011 Nuova esplosione a Fukushima 1, radioattività alle stelle. Tokyo trema ROMA - Nuova esplosione a Fukushima 1, radioattività alle stelle a 100 chilometri da Tokyo. Panico in Borsa, interviene la Banca del Giappone:-10%. Iodio radioattivo mortale in Giappone, a gente pillole di iodio non radioattivo. 14/3/2011 AVIANO (PORDENONE) - Pillole di iodio non radioattivo distribuite alla popolazione per scongiurare i pericoli derivanti da contaminazioni. Lo sta facendo il Governo giapponese alle prese con l'emergenza nucleare, che sta tenendo l'intero pianeta con il fiato sospeso. "Si tratta di una sorta di scudo - spiega Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica
dell'Istituto nazionale tumori di Aviano - con cui si protegge anzitutto la tiroide da eventuali aggressioni radioattive".
Iodio non radioattivo, dunque, per ergere un muro, una barriera allo iodio radioattivo, nome in codice 131, che circola pericolosamente nell'atmosfera e che trasportato dal vento può arrivare anche molto lontano dalla centrale dalla quale è fuoriuscito.
Onagawa e Fukushima, centrali nucleari fuori controllo. Ma l'acqua di mare?
14/3/2011
ROMA - Nonostante i tentativi di rassicurazione del Governo giapponese, le notizie che arrivano sempre più drammatiche: la sola circostanza che si sia scelto di raffreddare il nocciolo del reattore della centrale di Fukushima direttamente con acqua marina, fortemente corrosiva e quindi dannosa per il reattore, dimostra che ormai si sta tentando il tutto per tutto per evitare la catastrofe. Altre notizie molto preoccupanti arrivano da altre centrali (è stato dichiarato lo stato di emergenza nella centrale di Onagawa) e da un altro reattore di Fukushima. Il WWF ritiene sia indispensabile da parte dei governi ed enti che hanno esperienza e capacità offrire la massima collaborazione e assistenza tecnica al Giappone per tentare di contenere il danno. E’ una corsa contro il tempo, di solidarietà per le popolazioni colpite. E’ evidente che già il livello attuale di contaminazione ha esposto molte migliaia di persone a dosi elevate di radiazioni e questo è già molto preoccupante, visto che tale esposizione potrebbe avere conseguenze serie per la salute.
Ufficio stampa WWF Italia
Esplosione nucleare nel reattore 3 a Fukushima, portaerei Usa si allontanano
14/3/2011
ROMA - Esplosione nel reattore numero tre alla centrale di Fukushima. Portaerei americane si allontanano dall'area. Il livello delle radiazioni è altissimo, gli americani non voglio rischiare. Fuga radioattiva continua. È grande paura, non solo in Giappone.
13/3/2011 Pioggia radioattiva in Giappone. Esplosione nocciolo centrale porta a catastrofe
ROMA - Pioggia radioattiva in Giappone. Prevista nelle prossime ore, dicono gli esperti meteo mondiali. Non si sa cosa potrà accadere. Ora il livello di allarme delle centrali a rischio è 4, ma le autorità nipponiche non rasserenano il proprio popolo già provato dal terremoto. Si tempe una catastrofe legata all'esplosione del nocciolo. Allarme atomico per Fukushima e il governo giapponese ammette: a due giorni dalla catastrofe provocata in Giappone dal terremoto e dagli tsunami continua l'allarme mentre aumenta vertiginosamente il bilancio delle vittime: 10mila i morti solo a Miyagi dove più di metà della popolazione è stata spazzata via dalle onde. Il Giappone affronta in queste ore la più grave crisi dalla fine della Seconda Guerra mondiale ha detto il premier, Naoto Kan. Gli esperti lanciano l'allarme atomico per le centrali nucleari nipponiche.

Gheddafi parla: "Scegliete me o Al Qaida"



TRIPOLI - Se il regime in Libia cadrà «migliaia di persone invaderanno l'Europa e non vi sarà nessuno a fermarli». È questa la minaccia rivolta da Muammar Gheddafi nell'intervista al francese Le Journal de Dimanche. «Dovrete fare i conti con la minaccia islamica», ha detto ancora il leader libico che comunque rivendica il fatto che al momento «il regime libico sta bene ed è stabile». «Voglio farmi capire bene: se ci minacciano, se ci destabilizzano, tutto finirà nella confusione, in mano a Bin Landen e i suoi gruppuscoli», ha aggiunto.

GHEDDAFI: "VENGA LA COMMISSIONE ONU" «Vorrei che una commissione d'inchiesta dell'Onu o dell'Unione Africana venga qui in Libia». Lo ha detto Muammar Gheddafi nell'intervista al settimanale francese Le Journal de Dimanche, affermando di impegnarsi a permettere che «questa commissione di verificare sul campo, senza nessun ostacolo». «Io non ho mai sparato sul mio popolo», ha poi aggiunto il leader libico.

GHEDDAFI: "SI SCELGA TRA ME E AL-QAIDA" «Ci sono io o al Qaeda». È quanto ha detto Muammar Gheddafi nell'intervista rilasciata al settimanale francese Le journal de Dimanche che esprime il suo massimo stupore per il fatto che «non si comprende che qui si combatte contro il terrorismo». Secondo Gheddafi «cellule dormienti» dell'organizzazione terroristica guidata da Osama Bin Laden è dietro alla rivolta: «hanno dato ai giovani pillole allucinogene». E poi rivolto ai paesi europei rinnova la minaccia: «vi sarà una Jihad islamica davanti a voi sul Mediterraneo, sarà una crisi mondiale ed una catastrofe per tutto il mondo».

GHEDDAFI: "CONGELAMENTO BENI È PIRATERIA" «Questo congelamento dei beni è un atto di pirateria imposto in gran parte sul denaro del popolo libico». Così ha detto Muammar Gheddafi sfidando chiunque a dimostrare che «un solo dinaro sia mio. Volevano rubare i soldi dello stato libico ed hanno mentito».

INFERMIERA A TV UCRAINA: "GHEDDAFI STA BENE" Muammar Gheddafi è in buone condizioni di salute ed è un «grande psicologo». Lo ha detto una delle infermiere del leader libico in un'intervista a una tv locale ucraina. La donna, filmata in segreto mentre parlava col giornalista, è stata identificata solo con il nome di Oksana. L'infermiera ha lasciato la Libia a febbraio mentre le forze leali a Gheddafi stavano cercando di soffocare la rivolta. Nell'intervista rilasciata ieri, Oksana ha detto di aver lavorato per il colonnello per oltre due anni. «Due anni e mezzo fa Gheddafi si trovava a Kiev per una visita», ha detto. E la donna era stata invitata, con altre candidate, a tenere un colloquio con lo stesso colonnello. «Sembrava di essere in un casting, è un grande psicologo. Non ha più 20 anni e qualche volta ha bisogno di un controllo per la pressione, ma comunque è in condizioni di salute meglio di lei», ha detto la donna al giornalista che la intervistava. Oksana, che vive in un paese vicino Kiev, si è poi soffermata sulle leggende che riguardano Gheddafi come quello di soggiornare in una tenda quando va all'estero. «Non vive o dorme nella tenda. E noi non dormiamo con lui», ha detto smentendo le notizie che Gheddafi abbia intrecciato legami con le sue infermiere

BEN JAWAD, DUE MORT E 30 FIERITI: INSORTI SI RITIRANO Due persone sono morte e altre 30 sono rimaste ferite nell'attacco sferrato questa mattina a Ben Jawad, 100 chilometri a est di Sirte, dalle forze leali al colonnello libico Muammar Gheddafi e i ribelli. Lo riferiscono alcune fonte mediche. «Due persone sono morte e almeno 30 sono rimaste ferite. Tre sono in gravi condizioni», ha detto Abdrabou Al-Zheiti, medico presso l'ospedale di Ras Lanuf, a una trentina di chilometri da Ben Jawad. Nel frattempo, i ribelli hanno detto di essersi ritirati da Ben Jawad dopo combattimenti con le forze fedeli al regime. «Ci siamo ritirati da Ben Jawad», ha detto uno di loro Aqil al-Farsi. «Ras Lanuf sarà la nostra linea difensiva. Ieri alcuni sono riusciti ad andare al di là di Ben Jawad, ma miliziani si sono infiltrati nella cittadina durante la notte. Sono sui tetti», ha aggiunto.

IL GOVERNO ABOLISCE LE TASSE Il governo libico ha disposto l'abolizione delle tariffe d'importazione sui beni di consumo e il taglio delle tasse su consumi e produzione. Lo riferisce la tv di stato. Tale decisione, continua la tv, è stata presa «in occasione delle grandi vittorie libiche sulle bande di terroristi» riferendosi agli scontri fra le forze leali al colonnello Muammar Gheddafi e gli insorti contro il regime.

PRIMO CAMPO ITALIANO AL CONFINE CON TUNISIA È in corso di allestimento il primo campo italiano nella tendopoli di Choucha dove i profughi sono oltre 17. Il campo, su cui sventola un tricolore italiano, diventerà il cuore tecnologico della tendopoli gestita dall' Ocha e dell'Echo, le associazioni umanitarie di Onu e Ue. Ci sarà anche la centrale di controllo dei flussi della Iom, dell' Organizzazione per le migrazioni. Si tratta di una serie di tensostrutture che ospiteranno il quartier generale delle organizzazioni internazionali di aiuti umanitari. Al lavoro ci sono uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco coordinati dal gruppo avanzato della Farnesina giunta l'altro ieri. Stamani è partito un C130 italiano per il rimpatrio di 60 egiziani.

RIBELLI: "ABBIAMO RESPINTO NUOVI ATTACCHI A ZAWIYA" Nuovi attacchi delle forze fedeli a Gheddafi sono stati respinti dagli insorti a Zawiya, 50 km a ovest della capitale Tripoli secondo quanto ha reso noto oggi un portavoce dei ribelli. «Questa mattina c's'e stato un nuovo attacco, più violento di quello di ieri: c'è stata un'ora e mezza di combattimenti... Due persone sono state uccise nelle nostre file e molte ferite» ha detto Youssef Shagan al telefono, concludendo che «ora la situazione è calma, noi abbiamo ancora il controllo della piazza».

AL ARABIYA: "1 MORTO E 8 FERITI A MISURATA" È di un morto e otto feriti il primo bilancio degli scontri iniziati questa mattina nella periferia della città libica di Misurata. Secondo quanto riferiscono fonti dei ribelli, contatti dalla tv satellitare 'al-Arabiyà, i rivoltosi sarebbero riusciti a respingere le brigate Hamza che si starebbero ritirando dall'entrata occidentale della città, mentre si combatte ancora nella zona meridionale di Misurata. Nel corso di un collegamento telefonico con un testimone locale era possibile udire chiaramente i colpi di mitra sparati in città.

A MISURATA CARRI ARMATI CONTRO LA FOLLA Testimoni oculari hanno detto le forze fedeli al colonnello Gheddafi hanno lanciato un'offensiva con armi pesanti su Misurata e che carri armati hanno tirato sul centro della città costiera controllata dai ribelli.

INSORTI: "ABBIAMO ABBATTUTO UN ELICOTTERO" I ribelli libici hanno annunciato di aver abbattuto un elicottero durante i combattimenti che li oppongono alle forze di Gheddafi a Ras Lanuf nell'est del Paese. In particolare, tre ribelli che si trovano nel porto di Ras Lanuf hanno raccontato di aver visto l'elicottero cadere in mare. Ulteriori dettagli non sono al momento disponibili.

BRIGATE GHEDDAFI BOMBARDANO MISURATA, POPOLO CHIEDE AIUTO Le brigate libiche Hamza, fedeli al colonnello Muammar Gheddafi, si sono mosse dall'aeroporto di Misurata ed hanno iniziato ad attaccare la città. Secondo quanto ha riferito un testimone, contattato telefonicamente dalla tv satellitare 'al-Arabiyà, le forze di Gheddafi stanno avanzando dall'entrata occidentale della città, quella che porta verso Tripoli, usando i carri armati. Sui cieli di Misurata si vedono anche degli elicotteri militari che non hanno ancora aperto il fuoco. Si registrano violenti scontri in città e gli abitanti chiedono alla comunità internazionale di intervenire per salvare la popolazione locale.

BRIGATE GHEDDAFI BOMBARDANO ZAWIYA Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno ripreso questa mattina i bombardamenti contro gli edifici del centro di al-Zawiyah. Lo riferisce la tv satellitare 'al-Arabiyà secondo la quale i carri armati starebbero attaccando gli edifici che si trovano intorno alla piazza al-Shuhada dove sono asserragliati i ribelli.

GB CONFERMA DIPLOMATICI IN LIBIA Il ministero della Difesa britannico ha confermato oggi la presenza di un piccolo gruppo di diplomatici a Bengasi aggiungendo che è in contatto con loro.

AL JAZIRA: RIBELLI A 50 KM DA SIRTE I ribelli libici che da oriente avanzano verso la parte occidentale della Libia si troverebbero a 50 chilometri di distanza dalla città di Sirte. È quanto ha annunciato l'inviato a Bengasi della tv araba 'al-Jazeerà, secondo il quale i caccia libici questa mattina hanno eseguito una serie di raid fuori Ras Lanuf contro gli insorti che stanno marciando verso la città considerata come la roccaforte di Muammar Gheddafi.

FORZE PRO-RAIS VERSO BENGASI Le forze pro-Gheddafi hanno ripreso il controllo di Zawiya e Misurata e stanno marciando verso Bengasi. Lo ha detto la tv di stato libica.

ATTACCO A BEN JAWAD, FERITO CRONISTA FRANCESE Undici persone, tra cui un giornalista francese, sono rimaste ferite in un nuovo attacco sferrato a Ben Jawad, 100 chilometri a est di Sirte, dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi contro gli insorti. Lo hanno riferito fonti mediche.

RAID SU RAS LANUF Un aereo da combattimento delle forze armate libiche ha compiuto un raid sulla presso un posto di blocco degli insorti nella città petrolifera strategica di Ras Lanuf, causando crateri nella sabbia e una colonna di fumo. Lo riferiscono testimoni oculari secondo i quali sono stati lanciati due missili ma non vi sono state vittime nè danni.

INSORTI: "MISURATA È NELLE NOSTRE MANI" I residenti della città libica di Misurata, 200 km a est di Tripoli, hanno smentito oggi le notizie di fonte governativa negando che sia stata riconquistata dalle forze pro Gheddafi. «La città è sotto il pieno controllo dei rivoluzionari - hanno detto alcuni abitanti al telefono con la Reuters - Lo è da circa due settimane. Ora c'è calma e non ci sono combattimenti». La stessa fonte ha detto tuttavia di aver sentito «spari questa mattina presso l'aeroporto... Le brigate (di Gheddafi) sono là, ma sono circondate dai ribelli e hanno sparato a caso per terrorizzare le persone».

GIALLO SU RAS LANUF Contrariamente alla tv di Stato libica, che vorrebbe la città di Ras Lanuf in mano alle forze pro.Gheddafi, i ribelli mantengono ancora il controllo di Misurata, Tobruk e la stessa Ras Lanuf. «Non ci sono stati combattimenti nella notte, la città è sotto il nostro controllo», hanno detto gli insorti alla France Presse. «Siamo diversi giornalisti in un albergo all'ingresso ovest della città e non abbiamo sentito il rumore di combattimenti», ha aggiunto un giornalista della France Presse.

SPARI A TRIPOLI, POI ESPLODE LA GIOIA Prima i colpi di armi automatiche e di artiglieria, poi l'esplosione di gioia in città, con le strade invase di auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi della Jamahiriya. È cominciato così il giorno a Tripoli, dove la televisione di stato ha annunciato poco dopo l'alba che l'esercito ha riconquistato numerose città ribelli, tra cui Al Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e marcia ora verso Bengasi. Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, nella notte sarebbe stato raggiunto un accordo tra Gheddafi e i capi di alcune tribù per la fine delle ostilità. Le stesse fonti sostengono che il leader libico in persona farà un annuncio in tal senso nelle prossime ore. La tv di stato libica mostra incessantemente immagini di centinaia di persone in festa sulla piazza Verde, simbolo della rivoluzione gheddafiana. Scene di esultanza anche davanti all'albergo che ospita i giornalisti stranieri, nella zona sud di Tripoli, dove il traffico è completamente bloccato dalle auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi. Si sentono ancora numerosi colpi di armi automatiche sparati in aria.

VOCI SU ACCORDO FINE-OSTILITÀ Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, si sarebbe raggiunto nella notte un accordo tra le tribù libiche per la cessazione delle ostilità. Le stesse fonti sostengono che gli spari sentiti stamani in città sono per festeggiare. Si dice che l'annuncio sarà dato da Gheddafi in persona nelle prossime ore.

GHEDDAFI: "AL-QAIDA FA ACCORDI CON TERRORISTI RUSSI" Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto in una intervista al settimanale francese Le Journal de dimanche che i terroristi libici di Al Qaida hanno preso contatto con i loro compagni in Russia per farli venire a combattere nel paese nordafricano. Gheddafi ha detto di aver appreso dai suoi servizi segreti che «la gente di Al Qaida ha gi… preso dei contatti con Dako Amirov, che guida il jihad in Russia». «Noi sappiamo che questi contatti esistono - ha aggiunto il leader libico - e che ci sono discussioni perch‚ questi (i russi, n.d.r.) vengano per prima cosa ad aiutarli qui in Libia».

SUNDAY TIMES: COMMANDO GB PRESO DAI RIBELLI I ribelli libici hanno catturato nell'est del paese una squadra delle forze speciali britanniche, dopo che una missione diplomatica segreta per prendere contatto con l'opposizione era fallita. Lo scrive il giornale britannico Sunday Times.

Ultime sul Softair

23 feb 2011
Leggete cosa scrive il giornalista di questo giornale riguardo ad un episodio vergognoso per noi softgunner:
"BELLINZONA - Alcuni minorenni del Bellinzonese sono stati denunciati per aver utilizzato armi softair in spazi pubblici. Stando a quanto riferisce la polizia, i ragazzi sono stati colti in flagrante. I minorenni sono stati denunciati per contravvenzione alla legge federale sulle armi (LArm) e i loro "giocattoli" immediatamente confiscati.

In base all'LArm, pistole, fucili, mitragliatrici softair sono considerate armi a tutti gli effetti e non possono essere utilizzate in spazi pubblici (ad esempio parchi, strade, boschi). Queste armi giocattolo, che possono anche causare lesioni da distanza ravvicinata, possono essere vendute solamente a persone maggiorenni da commercianti con regolare patente."


Sullo stesso Episodio Nicola Ricchitelli scrive:
"Si aggiravano nei pressi di in un vecchio opificio abbandonato di Via Dante Alighieri incappucciati e con abbigliamento militare imbracciando in apparenza pistola e mitragliatrici. Tali presenze devono essere sembrate così inquietanti che alcuni abitanti della zona hanno pensato bene di allettare le forze dell’ordine.
Giunti sul posto gli agenti del locale Commissariato di Polizia di Barletta - dopo aver ricevuto la segnalazione circa la presenza di due persone a volto coperto, sdraiate per terra e armate di mitra - si sono ritrovati dinnanzi a sé tre giovani non ancora diciottenni mentre giocavano a Softair, gioco che di solito viene praticato nelle zone di campagna, mentre i tre giovani hanno pensato bene di praticare tale gioco in pieno centro abitato.
Il “Softair” è un gioco che consiste nel simulare tattiche di guerriglia o di guerra con abbigliamento e armi giocattolo assolutamente identici a quelli utilizzati da chi la guerra la fa per davvero, ma di solito il Softair viene praticato in campagna, tra i boschi.
Mantenendo il sangue freddo, sono riusciti a comprendere cosa stava accadendo, nonostante i ragazzi avessero tolto dalle loro armi giocattolo i tappini rossi - un mitra modello M4, un fucile d'assalto modello M16 ed un fucile modello Hui Xin – successivamente sequestrato assieme ad una pistola, sempre giocattolo, e a 13 fumogeni di piccole dimensioni.
Alla vista degli agenti due di loro hanno cercato di far perdere le loro tracce, mentre un terzo, ha puntato la sua arma contro uno dei poliziotti in gesto di sfida. Dopo un breve inseguimento i tre sono stati fermati e affidati successivamente ai genitori. Per i tre è scattata la denuncia a piede libero per procurato allarme."
Avvisare le forze dell'ordine è importante per impedire incidenti come questo...non dimenticatelo mai perchè tutto ciò ci mette in cattiva luce.

MASSIMO RANZANI: OGGI I FUNERALI DELL’ALPINO MORTO IN AFGHANISTAN




Camera ardente oggi al Celio per il capitano Massimo Ranzani, la salma che ieri sera è rientrata all’aeroporto militare di Ciampino con la presenza del Ministro alla Difesa Ignazio La Russa, sempre pronto ad accogliere purtroppo anche questi spiacevoli inconvenienti con i militari, che fanno di tutto per tenere alto il dovere in nome della Padria. Per il Capitano Massimo Ranzani caduto il 28 febbraio ci sarà la camera ardente allestita presso il Policlinico militare in Roma dalle 9 alle 10.30. Mentre le esequie solenni si svolgeranno nella Basilica di Santa Maria Degli Angeli in Roma alle 11.30. Il ministro La Russa è indignato per questi continui ormai attacchi prevedibili, ma tanto meno inevitabili che ultimamente sono sempre più frequenti. Forse a detta del Ministro può essere una causa l’aumento sul territorio in Afghanistan dovuta anche alla ricostruzione che non può avvenire se non c’è la giusta forza dei militari,e questo porta un aumento della pericolosità. Mentre il ministro dell’economia Giulio Tremonti si trova d’accordo con la Russa per quanto riguarda l’accelerazione dell’arrivo dei nostri militari sul territorio (afghano), nel momento in cui le minacce possono essere autonomamente contrastate dalle forze afgane, e purtroppo questo porterebbe una maggiore pericolosità a sfavore dei nostri militari, ricordando però che l’Italia ha subito lutti inferiori a quelli degli altri paesi, anche se questo modo di dire non deve essere una consolazione per noi anzi tutt’altro. Nel suo intervento La Russa ha ricordato il Ranzani esprimendo ammirazione per la servizio reso allo Stato e con la commozione lo ha ricordato come “boy scout” fatto da ragazzo e riscontrato in età adulta, la stessa passione per il valore civile servendo fino all’ultimo la sua patria. Noi non possiamo far altro che apprendere e ricordare nel tempo il suo nome come un capitano valoroso, purtroppo da unire ai precedenti, l’importante è che non bisogna “dimenticare”

Movimenti sotto la pioggia



Dal punto di vista tattico la pioggia presenta vantaggi e svantaggi. Il rumore della pioggia copre i rumori e quindi fa si che il nemico abbia meno possibilità di individuare gli incursori, però anche i rumori dei soldati nemici sono coperti. La stessa cosa vale per la visibilità ridotta. Inoltre la pioggia rende il terreno molto scivoloso ed è comunque sempre fastidiosa. Va detto però che gli operatori delle special forces si allenano molto in condizioni anche pessime di tempo proprio per essere pronti a tali situazioni. È molto probabile pertanto che mentre i soldati di fanteria cercherebbero rifugio nelle tende o in luoghi protetti, gli incursori continuerebbero la missione senza esitazioni, sfruttando la pioggia a loro vantaggio.
Nel soft air la pioggia è una realtà con la quale i softgunner più seri si trovano spesso a contatto. La pioggia è fastidiosa e rende la marcia più difficile, come detto prima il terreno è scivoloso e si rischia di cadere (soprattutto su sassi o legni bagnati), se non si ha un poncho o una giacca in goretex e si sta a lungo sotto la pioggia in appostamento in inverno si sente veramente freddo. Per questo chi gioca a soft air si deve procurare un completo impermeabile e anche dei guanti. I pantaloni della giacca in goretex vanno sempre posti sopra gli anfibi e mai infilati al loro interno, in modo da evitare che l’acqua entri negli scarponi.

Movimenti di notte



Qualche volta i reparti speciali sono definiti “fantasmi amici della notte”, il motto dei NOCS è ad esempio “sicut nox silentes” (silenziosi come la notte). Queste definizioni dipendono dal fatto che spesso le special forces sfruttano la notte per nascondersi e muoversi senza essere visti. Ovviamente fanno uso di visori notturni di quarta generazione e di cyalume sia a luce visibile che infrarossi, mentre le torce sono usate soprattutto negli interni. L’infiltrazione avviene in genere in notturna o in condizioni di tempo pessime proprio per ridurre al minimo le possibilità di essere individuati. Un assalto a un accampamento nemico, in alcuni casi (si deve sempre valutare la situazione, la conformazione del terreno, la presenza di ostaggi, di fari,ecc), può essere condotto in modo perfetto di notte sotto la copertura di tiratori scelti con binocoli a visione notturna. Inoltre la tecnologia di visione a intensificazione dell’immagine di quarta generazione è prodotta solo dagli Stati Uniti, mentre spesso i paesi del terzo mondo non hanno visori notturni o al massimo li hanno di prima generazione.
Nel soft air le partite notturne sono caratterizzate da un silenzio e da un buio totale. Nessuno accende le torce per timore di essere individuato, si fa poco uso dei visori notturni (massimo di seconda generazione per i civili) e si rimane molto in ascolto per captare ogni minimo rumore. Si usano i cyalume per marcare gli zaini se questi sono lasciati in occultamento, per essere poi recuperati in seguito. Durante la marcia in alcuni casi si usano gli starlight (o minicyalume) attaccandoli con del nastro al berretto jungle hat, in caso di contatto basterà piegare il berretto per nascondere il cyalume e diventare invisibili.

Movimenti con la neve


La presenza della neve e del ghiaccio rende il compito delle special forces molto arduo. Se ad alta quota gli incursori devono essere dotati di speciali equipaggiamenti tra cui ramponi, corde, giacche termiche e respiratori (quote sugli 8000 metri) e pronti ad affrontare situazioni quali valanghe, tempeste di neve, temperature di -80°C, crepacci ed altro ancora. Tuttavia è raro che un combattimento avvenga a quote cosi elevate, ma anche ad altitudini inferiori la presenza della neve rallenta comunque la marcia, il ghiaccio rende il terreno molto scivoloso ed è sempre possibile una tempesta di neve. Anche se i militari sono dotati di divise bianche, l’ombra che si produce a terra è comunque ben visibile in terreni aperti. Inoltre camminando sulla neve si lasciano tracce ben visibili del proprio passaggio. I gruppi di incursori che si trovano su un terreno innevato cercano di camminare ognuno dentro l’orma lasciata dal compagno che lo precede in modo tale da non far capire da quanti operatori sia composta la squadra. Un altro accorgimento è quello di camminare all’ indietro (anche solo metà della squadra) in modo da non far capire quale sia la direzione di marcia. In alcuni casi si procede all’occultamento delle impronte da parte dell’ultimo operatore.
Per quanto riguarda le divise mimetiche ne esistono di completamente bianche o bianche con punti, foglie, rami neri, verdi o marroni. In alcuni casi gli operatori preferiscono indossare un pantalone bianco e una giacca woodland se la neve è presente solo a terra.
Nel soft air quando si gioca con la neve si deve essere equipaggiati con giacche e anfibi in goretex. La neve rende la marcia più lenta e faticosa e la bassa temperatura risulta molto fastidiosa se non si è ben equipaggiati.

Movimento in acqua


Movimento in acqua
Spesso i reparti speciali si muovono in acqua per esempio risalendo un fiume o in un assalto subacqueo. L’acqua infatti offre alcuni vantaggi tattici. Muovendosi nell’acqua non si lasciano tracce del proprio passaggio e anche i cani perdono le tracce. In acqua si può rimanere bassi e defilati, parzialmente sommersi, sempre in posizione di tiro. Se si rimane sottacqua, negli assalti alle imbarcazioni, si è praticamente invisibili. Per l’assalto alle imbarcazioni gli incursori utilizzano fucili subacquei, pistole subacque a sei colpi, fucili con arpioni per salire sull’imbarcazione. Nel guado di fiumi in alcuni casi si usano corde e imbrachi.
Nel soft air è raro che un soft gunner si immerga sdraiato nell’acqua per condurre un assalto. Ricordiamoci sempre che è una simulazione per divertirsi e evadere lo stress accumulato nella settimana. Però se si tratta di bagnarsi, anche fino alle ginocchia, non ci sono problemi. In questi casi anfibi in gore tex non sono consigliabili perchè raccolgono l’acqua al loro interno e non la lasciano defluire all’esterno. Per il guado di piccoli fiumi sono quindi consigliabili scarponi in tela non impermeabili.

Fuoco di saturazione e di copertura

Fuoco di copertura
Il fuoco di copertura consiste nel convergere il volume di fuoco verso un punto e/o postazione nemica senza avere necessariamente bersagli precisi effettuando principalmente un’azione intimidatoria e di blocco delle reazioni nemiche per permettere l’avanzamento delle truppe d’assalto. In genere il fuoco di copertura è fornito dalle mitragliatrici attraverso brevi raffiche continue. Per avanzamento in copertura si intende quel movimento tattico che si effettua lasciando uno o più uomini in copertura, che mentre il resto del team avanza sorvegliano la zona e sono pronti a reagire immediatamente in caso di contatto visivo col nemico. La copertura può essere fornita da tiratori scelti o anche da elementi della squadra incursori. I continui allenamenti cui sono sottoposti i reparti speciali consentono a tali unità d’elite di muoversi tutti insieme e con coordinazione anche in situazioni di stress psicofisico e in condizioni di tempo avverse.
Nel softair il movimento in copertura, anche se si vede raramente ben fatto, può fare la differenza tra perdere o vincere un assalto.

Fuoco di saturazione
Con il fuoco di saturazione si intende l’azione con la quale si converge tutto il volume di fuoco disponibile delle varie armi, intendendo con tale anche ordigni esplodenti, in una direzione con lo scopo di distruggere quello che vi si trova.

Sgominata banda di baby rapinatori

Per colpa di gente simile siamo guardati con diffida da molte persone in Italia...leggete questo articolo
Milano:2 minori arrestati, 2 denunciati
Due minorenni, un 16enne e un 15enne, sono stati arrestati; altri due, non ancora 14enni, sono stati allontanati dalla famiglia a Milano: tutti facevano parte di una baby gang, che, tra agosto e dicembre 2010, ha compiuto almeno 11 rapine nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro. La banda accerchiava le vittime per non farle fuggire e, minacciandole con armi e coltelli, si faceva consegnare denaro e cellulari.


Le indagini erano partite a ottobre, quando la polizia aveva ricevuto diverse denunce di rapine compiute da un gruppo di ragazzi. Tra i luoghi preferiti per le azioni criminali, gli arrestati avevano individuato la stazione ferroviaria di Quarto Oggiaro e il cavalcavia pedonale che collega questa con un centro commerciale della zona.

Nel corso delle perquisizioni gli agenti hanno trovato sedici cellulari, due coltelli, una mazza da baseball e alcune riproduzioni di armi: un fucile mitragliatore da soft air, una pistola colt Mk IV e una pistola Dong. Nonostante la giovane età, alcuni dei ragazzini, inoltre, erano già stati assoldati dai clan di Quarto Oggiaro per fare da sentinelle e avvertire i boss dell'eventuale arrivo della polizia

LIbia contro Berlusconi


Gheddafi si scaglia contro l'Italia e Berlusconi: Libia sono io
Il Raìs torna in tv: "Roma si è inchinata. Milioni di morti se Usa e Nato ci attaccano. Al Qaida dietro le rivolte"

Roma, 2 mar. (TMNews) - Nel suo fluviale discorso per i 34 anni della Repubblica di Libia, Gheddafi ha citato per la prima volta in questi giorni il premier italiano. "Berlusconi dice che non ho più il controllo sulla Libia? Io gli ricordo che la famiglia Gheddafi è la Libia" ha detto il colonnello. In precedenza, rivendicando il ruolo della sua "guida" politica e esaltando la "rivoluzione" libica, Gheddafi aveva anche fatto esplicito riferimento all'Italia, ex potenza coloniale europea in Libia. "Abbiamo costretto l'Italia a inchinarsi", ha detto. " Abbiamo costretto l'italia ad ammettere i suoi errori ottenendo uno storico successo. E tutte le ex potenze coloniali sono rimaste scioccate".

Nel giorno in cui Gheddafi è tornato in tv per ribadire che non ha alcuna intenzione di dimettersi (sono solo un "simbolo", ha detto, il potere "è al popolo") e ha minacciato "milioni di morti" in caso di attacco Usa e Nato, sul terreno si è verificata una prima controffensiva delle forze leali al colonnello nell'est del Paese, finora saldamente in mano ai ribelli: le forze governative hanno attaccato la località di Brega, 200 chilometri a sud di Bengasi, dove sono in corso violenti combattimenti; forze dei ribelli hanno affermato di aver ripreso il controllo della città.

Intanto, mentre l'Onu vaglia l'ipotesi della creazione di una no-fly zone e gli ambasciatori della Nato sono riuniti a Bruxelles per discutere la crisi, due unità della Marina statunitense sono entrate nel canale di Suez e dovrebbero guadagnare in serata il Mediterraneo. La Lega Araba, però, ha fatto sapere che è contraria a un intervento straniero in Libia.

Il leader libico Gheddafi, parlando alla cerimonia per il 34esimo anniversario della jamahiria islamica ha introdotto il suo discorso dicendo che "il potere è nelle mani del popolo, sfido chiunque a dimostrare il contrario". Le potenze straniere, ha poi detto, vogliono che "io mi dimetta" ma non posso dimettermi perché "sono solo un simbolo del mio popolo". Il leader libico ha accusato Al Qaida di aver cospirato all'organizzazione delle rivolte in corso.

Secondo il colonnello le potenze straniere "vogliono nuovamente occupare il nostro territorio" perché intendono "prenderci il nostro petrolio". Quella di adesso, quindi, è uuna lotta per la difesa del territorio libico: "Noi combatteremo metro per metro, fino all''ultimo uomo e all'ultima donna, e e verseremo sino all'ultima goccia di sangue" per difendere il nostro territorio.

Io personalmente consiglierei a tutti a vedere obiettivamente se l'interesse italiano di accordi in passato con la libia sia del petrolio o se sia di una certa nostra classe dirigente:
Quote azionarie di Muammar Gheddafi
Attraverso la Libyan Investment Authority e la Central Bank of Libya detiene il:
100 % di Al-Ittihad (Tripoli)
33 % di Tamoil
7,19 % di Unicredit
7 % di Juventus Football Club
3 % di Finmeccanica
2 % di Iveco Fiat
1 % di Eni

Libia: Ue oggi adotta sanzioni Onu e ne valuta altre

28 febbraio, 13:17


Il Consiglio dei ministri Ue adottera' oggi la decisione con la quale l'Unione implementera' le sanzioni contro la Libia decise dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Lo ha annunciato un portavoce della Commissione europea aggiungendo che si sta ancora valutando se integrare le sanzioni Onu con altre misure restrittive in materia di equipaggiamenti paramilitari, congelamento beni e diniego di visti per alcuni esponenti del regime libico.


EMIRATI APPLICANO SANZIONI ONU, BLOCCO BENI GHEDDAFI - Gli Emirati Arabi Uniti (Eau) applicheranno sanzioni contro la Libia congelando tutti i beni riconducibili al leader Muammar Gheddafi, come votato dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo ha confermato il governatore della Banca centrale degli Eau, Sultan Nasser Al Suwaidi citato dal quotidiano Gulf News. "Le banche effettueranno il congelamento dei beni su ufficiale comunicazione da parte del ministero degli Affari esteri", ha dichiarato Al Suwaidi che ha inoltre smentito voci di immissioni di capitali egiziani e tunisini nelle banche emiratine. Il traffico bancario, ha puntualizzato il governatore, riguarda le rimesse dei lavoratori nord africani verso i loro paesi

AUSTRALIA IMPONE SANZIONI, INDAGA ASSET FIGLI GHEDDAFI Anche il governo australiano ha annunciato sanzioni unilaterali su Muammar Gheddafi, i suoi familiari e i responsabili del regime, fra le quali il divieto di entrare o transitare in Australia e un embargo alle vendite di armi, e sta rintracciando gli investimenti dei figli del leader libico in Australia, principalmente in proprieta' immobiliari, che ammonterebbero a milioni di dollari. ''Il governo sta dispiegando ogni risorsa per rintracciare quali asset il regime possa avere nel Paese'', ha detto il ministro degli Esteri Kevin Rudd.

CANADA CONGELA BENI FAMIGLIA GHEDDAFI Il primo ministro canadese Stephen Harper ha annunciato il congelamento dei beni di Gheddafi e della sua famiglia, lanciando un appello al leader libico affinche' ''metta fine al bagno di sangue'' e si dimetta. In una dichiarazione in lingua francese e inglese, Harper ha affermato che il Canada non solo applichera' le sanzioni Onu ma andra' anche oltre. Ottawa, infatti, congelera' anche tutte le transazioni finanziarie con il governo e le altre istituzioni libiche, compresa la banca centrale.