LIbia contro Berlusconi


Gheddafi si scaglia contro l'Italia e Berlusconi: Libia sono io
Il Raìs torna in tv: "Roma si è inchinata. Milioni di morti se Usa e Nato ci attaccano. Al Qaida dietro le rivolte"

Roma, 2 mar. (TMNews) - Nel suo fluviale discorso per i 34 anni della Repubblica di Libia, Gheddafi ha citato per la prima volta in questi giorni il premier italiano. "Berlusconi dice che non ho più il controllo sulla Libia? Io gli ricordo che la famiglia Gheddafi è la Libia" ha detto il colonnello. In precedenza, rivendicando il ruolo della sua "guida" politica e esaltando la "rivoluzione" libica, Gheddafi aveva anche fatto esplicito riferimento all'Italia, ex potenza coloniale europea in Libia. "Abbiamo costretto l'Italia a inchinarsi", ha detto. " Abbiamo costretto l'italia ad ammettere i suoi errori ottenendo uno storico successo. E tutte le ex potenze coloniali sono rimaste scioccate".

Nel giorno in cui Gheddafi è tornato in tv per ribadire che non ha alcuna intenzione di dimettersi (sono solo un "simbolo", ha detto, il potere "è al popolo") e ha minacciato "milioni di morti" in caso di attacco Usa e Nato, sul terreno si è verificata una prima controffensiva delle forze leali al colonnello nell'est del Paese, finora saldamente in mano ai ribelli: le forze governative hanno attaccato la località di Brega, 200 chilometri a sud di Bengasi, dove sono in corso violenti combattimenti; forze dei ribelli hanno affermato di aver ripreso il controllo della città.

Intanto, mentre l'Onu vaglia l'ipotesi della creazione di una no-fly zone e gli ambasciatori della Nato sono riuniti a Bruxelles per discutere la crisi, due unità della Marina statunitense sono entrate nel canale di Suez e dovrebbero guadagnare in serata il Mediterraneo. La Lega Araba, però, ha fatto sapere che è contraria a un intervento straniero in Libia.

Il leader libico Gheddafi, parlando alla cerimonia per il 34esimo anniversario della jamahiria islamica ha introdotto il suo discorso dicendo che "il potere è nelle mani del popolo, sfido chiunque a dimostrare il contrario". Le potenze straniere, ha poi detto, vogliono che "io mi dimetta" ma non posso dimettermi perché "sono solo un simbolo del mio popolo". Il leader libico ha accusato Al Qaida di aver cospirato all'organizzazione delle rivolte in corso.

Secondo il colonnello le potenze straniere "vogliono nuovamente occupare il nostro territorio" perché intendono "prenderci il nostro petrolio". Quella di adesso, quindi, è uuna lotta per la difesa del territorio libico: "Noi combatteremo metro per metro, fino all''ultimo uomo e all'ultima donna, e e verseremo sino all'ultima goccia di sangue" per difendere il nostro territorio.

Io personalmente consiglierei a tutti a vedere obiettivamente se l'interesse italiano di accordi in passato con la libia sia del petrolio o se sia di una certa nostra classe dirigente:
Quote azionarie di Muammar Gheddafi
Attraverso la Libyan Investment Authority e la Central Bank of Libya detiene il:
100 % di Al-Ittihad (Tripoli)
33 % di Tamoil
7,19 % di Unicredit
7 % di Juventus Football Club
3 % di Finmeccanica
2 % di Iveco Fiat
1 % di Eni

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